Forse non curiosi ma quasi praticamente estinti: rischiamo di non vederli più a causa delle cattive abitudini di alcuni Paesi.
Il WWF da la pagella a 23 Paesi
africani e asiatici che oggi si trovano ad affrontare i massimi livelli
di bracconaggio e traffico illegale di avorio, corno di rinoceronte e
parti di tigre.
Il pessimo contrasto al bracconaggio e al commercio illegale da parte di Paesi africani ed asiatici sta infatti minacciando la sopravvivenza delle specie più a rischio, rinoceronti, tigri ed elefanti. Occhi puntati anche sull’Italia dove gli oggetti in avorio di dubbia provenienza sono sempre più frequenti anche online.
Il pessimo contrasto al bracconaggio e al commercio illegale da parte di Paesi africani ed asiatici sta infatti minacciando la sopravvivenza delle specie più a rischio, rinoceronti, tigri ed elefanti. Occhi puntati anche sull’Italia dove gli oggetti in avorio di dubbia provenienza sono sempre più frequenti anche online.
Questa l’analisi del WWF, presentata
oggi in occasione della riunione CITES a Ginevra dove i diversi Governi
sono riuniti per discutere una serie di questioni relative al commercio
della fauna selvatica.
Il rapporto, intitolato “Crime Wildlife Scorecard: Valutazione e applicazione degli impegni CITES per tigri, rinoceronti e elefanti” analizza le performance di 23 tra i più importanti paesi considerati di transito o consumatori diretti di parti e prodotti di queste specie.
I punteggi dei vari paesi vanno dal verde, al giallo al rosso per ogni singola specie. Il WWF ha con questo lavoro fatto emergere come la piaga del commercio illegale persiste in quasi tutti i 23 paesi esaminati, ma la classifica cerca di differenziare tra i paesi dove il crimine viene attivamente contrastato da quelli in cui gli sforzi attuali sono del tutto inadeguati.
Il rapporto, intitolato “Crime Wildlife Scorecard: Valutazione e applicazione degli impegni CITES per tigri, rinoceronti e elefanti” analizza le performance di 23 tra i più importanti paesi considerati di transito o consumatori diretti di parti e prodotti di queste specie.
I punteggi dei vari paesi vanno dal verde, al giallo al rosso per ogni singola specie. Il WWF ha con questo lavoro fatto emergere come la piaga del commercio illegale persiste in quasi tutti i 23 paesi esaminati, ma la classifica cerca di differenziare tra i paesi dove il crimine viene attivamente contrastato da quelli in cui gli sforzi attuali sono del tutto inadeguati.
Tra i peggiori c’è il Vietnam che ha
ricevuto due punteggi rossi, per rinoceronti e tigri. Il Vietnam è
identificato nel rapporto come paese di destinazione top per il corno di
rinoceronte, il cui traffico e consumo, ha alimentato una impennata del
bracconaggio in Sud Africa negli ultimi anni. Ben 448 rinoceronti
sudafricani sono stati uccisi per le loro corna nel 2011 e il paese, che
riceve un giallo per i rinoceronti, ne ha persi ulteriori 262 nei primi
sei mesi di quest’anno. Secondo il rapporto, sono molti i casi di
traffico illegale che hanno visto il coinvolgimento di vietnamiti ,
molti sono stati arrestati o coinvolti in Sud Africa per l’acquisto
illegale di corna di rinoceronte, compresi alcuni diplomatici
vietnamiti.
“E’ tempo per il Vietnam primo fra tutti
di affrontare il fatto che il suo consumo illegale di corno di
rinoceronte è la causa primaria del bracconaggio diffuso di rinoceronti
in Africa, e parliamo di specie in via di estinzione, e l’impegno che
deve assumersi è quello di reprimerne il commercio illegale di questa
specie come di tante altre. Il Vietnam dovrebbe rivedere le sue norme,
le sue sanzioni e subito ridurre il mercato al dettaglio, compresa la
pubblicità su Internet per il corno diffusa in quel paese”, ha detto
Elisabeth McLellan, Global Programme Manager Specie del WWF.
“Il mercato del corno di rinoceronte
vietnamita ha stimolato negli ultimi anni anche un traffico di corni
rubati da musei o collezioni private “ dichiara Massimiliano Rocco
Responsabile del Programma Specie del WWF Italia” problema che è emerso
anche nel nostro paese con il furto avutosi in alcuni musei e il rischio
che la criminalità arrivasse addirittura ad uccidere animali in zoo per
impossessarsi dei loro corni” .
La Cina è invitata a migliorare i
propri controlli per l’applicazione delle norme sul commercio dell’
avorio e comunicare ai cittadini cinesi in Africa che chiunque pratica
l’importazione illegale di fauna selvatica in Cina sarà perseguito e, se
condannato, fortemente penalizzato.
Decine di migliaia di elefanti africani
vengono uccisi dai bracconieri ogni anno per le loro zanne e la Cina e
Thailandia sono le destinazioni più importanti dell’avorio illegale
africano. La Thailandia riceve un punteggio rosso per la sua incapacità
di chiudere una scappatoia legale che rende facile, fin troppo, per i
rivenditori vendere l’avorio proveniente dagli elefanti africani.
“In Thailandia l’avorio illegale
africano viene apertamente venduto nelle boutique che si rivolgono agli
ignari turisti. I governi dovranno affrontare l’inquietante questione
questa settimana. Finora la Thailandia non ha risposto adeguatamente
alle preoccupazioni e, con la grossa quantità di avorio di origine
incerta in circolazione, l’unica opzione credibile in questa fase è il
divieto totale del commercio dell’avorio “, ha detto McLellan.
Il bracconaggio di elefanti è a livelli
critici in Africa centrale, dove i rinoceronti rischiano la probabile
prossima estinzione. L’anno scorso l’Africa ha visto il più alto tasso
di bracconaggio dall’inizio dell’acutizzarsi di questo dramma.
All’inizio di quest’anno centinaia di elefanti sono stati uccisi in un
solo incidente in un parco nazionale del Camerun. “Data l’escalation del
bracconaggio degli elefanti in Africa e l’aumento dei livelli di
criminalità organizzata coinvolta nel commercio, è chiaro che la
situazione ora è più che mai critica e si deve porre sempre più
attenzione anche ai nostri mercati europei e a quello italiano dove le
offerte di oggetti in avorio o zanne sono sempre più frequenti anche sui
siti online”, continua Massimiliano Rocco.
Il crimine sulle specie selvatiche non
solo costituisce una minaccia per gli animali, ma è un rischio per le
persone, l’integrità territoriale, la stabilità e lo stato di diritto.
La cooperazione regionale è necessaria in Africa centrale per contrastare i flussi di avorio illegale e le armi che transitano nella regione. Il WWF raccomanda ai governi dell’Africa Centrale di adoperarsi per sottoscrivere una legge regionale sulla fauna selvatica che favorisca lo sviluppo di un piano di azione regionale e li esorta a farne una priorità assoluta, allocando le risorse necessarie utili a migliorare l’efficacia dei procedimenti giudiziari per coloro che sono coinvolti nel bracconaggio e nel commercio illegale.
La cooperazione regionale è necessaria in Africa centrale per contrastare i flussi di avorio illegale e le armi che transitano nella regione. Il WWF raccomanda ai governi dell’Africa Centrale di adoperarsi per sottoscrivere una legge regionale sulla fauna selvatica che favorisca lo sviluppo di un piano di azione regionale e li esorta a farne una priorità assoluta, allocando le risorse necessarie utili a migliorare l’efficacia dei procedimenti giudiziari per coloro che sono coinvolti nel bracconaggio e nel commercio illegale.
“Anche se la maggior parte dei paesi
dell’Africa centrale ricevono punteggi gialli o rossi per gli elefanti,
ci sono alcuni segnali incoraggianti.Il Gabon nel mese scorso ha
bruciato la sua intera riserva d’avorio, per garantire che le zanne non
sarebbero tornate nel commercio illegale, e il presidente Ali Bongo si è
impegnato a aumentare la protezione nei parchi del paese e ad
assicurare che i crimini della fauna selvatica vengano processati e
mandati in prigione. Bruciare gli stock di avorio come di corni o di
pelli illegali è un passo essenziale ed importante per dire un netto NO
al commercio ed al consumo di queste risorse, una scelta che dovrebbero
fare molti dei paesi anche occidentali coinvolti in questi traffici “,
ha ribadito Massimiliano Rocco.
Altri punti positivi del rapporto sono
le decine e decine di valutazioni “verdi” per India e Nepal per ciascuno
dei tre gruppi di specie. Nel 2011, il Nepal ha celebrato un anno senza
che si registrasse alcun caso di bracconaggio ai danni dei suoi
rinoceronti, ciò grazie al miglioramento delle iniziative di contrasto
al bracconaggio messe in atto.
Il rapporto viene pubblicato oggi che i
paesi membri della Convenzione sul commercio internazionale delle specie
di fauna e flora selvatiche (CITES) sono coinvolti nella riunione
annuale del Comitato permanente, offrendo così elementi utili alla
discussione. Il WWF Internazionale si appresta a lanciare una campagna
globale per combattere il commercio illegale di specie selvatiche, che
sta mettendo in dubbio il futuro di elefanti, rinoceronti e tigri a
rischio.
Anche l’applicazione inadeguata delle
regole del commercio nel mercato interno in Cina per l’avorio viene
evidenziato nel rapporto. La Cina riceve un punteggio giallo per la
protezione degli elefanti, cosa che indicano un fallimento da parte del
paese per la sorveglianza efficace del suo mercato dell’avorio. “Il
flusso continuo di grandi quantità di avorio illegale diretto in Cina
suggerisce che l’avorio stia penetrando, cercando in questo modo di
ripulirsi, in canali legali del commercio”, dice il rapporto.
Dal Wwf