sabato 22 settembre 2012

Priceless or Worthless? Tutte le specie a rischio estinzione

Per la prima volta, più di 8.000 scienziati della IUCN Species Survival e Commissione (IUCN SSC) si sono riuniti per identificare 100 fra le specie più minacciate fra animali, piante e funghi del pianeta.
"La comunità dei donatori e il movimento per la tutela, sono orientati sempre più verso l'approccio del 'cosa può la natura fare per noi', in cui vengono valutate le specie e gli habitat selvatici e ordine di priorità in base ai servizi che forniscono alle persone," dice il professor Jonathan Baillie, direttore ZSL di conservazione . "Questo ha reso sempre più difficile per gli ambientalisti proteggere le specie più minacciate del pianeta e  abbiamo dovuto prendere una decisione importante dal punto di vista morale ed etico: queste specie hanno il diritto di sopravvivere o abbiamo il diritto di guidare la loro estinzione?"
Il rapporto, chiamato 'Priceless o Worthless?', é stato presentato al World Conservation Congress IUCN in Corea del Sud.
"Tutte le specie elencate sono uniche e insostituibili. Se svaniscono, nessuna somma di denaro può riportarle indietro", dice Ellen Butcher, ZSL, co-autore del rapporto. "Tuttavia, se prendiamo provvedimenti immediati possiamo dare loro una possibilità di combattere per la sopravvivenza. Ma questo richiede alla società di sostenere la posizione morale ed etica che tutte le specie hanno un diritto naturale di esistere."

WWF: “LA SUA VITA NON VALE UN CORNO? ANCHE IL VIETNAM CI RIPENSA. NUOVI PASSI CONTRO LA STRAGE DI RINOCERONTI”

Alla vigilia della Giornata mondiale del Rinoceronte, che si celebra oggi sabato 22 settembre, WWF e TRAFFIC hanno chiesto al Vietnam di aumentare i propri sforzi per affrontare il commercio illegale di corno di rinoceronte che sta minacciando le popolazioni di rinoceronte sia in Africa che in Asia (proprio nei giorni scorsi il rinoceronte di Giava e quello di Sumatra sono stati inclusi nella lista rossa delle 100 specie più a rischio estinzione dell’IUCN). Solo quest’anno già 381 rinoceronti africani sono stati vittime del bracconaggio per soddisfare la domanda dei mercati asiatici, in particolare del Vietnam, e secondo un recente rapporto TRAFFIC (la rete per il monitoraggio del commercio illegale di natura nata da IUCN e WWF) il bracconaggio al rinoceronte per questi mercati ha subito negli ultimi tempi una tragica impennata, passando da 13 rinoceronti vivi uccisi nel 2007 a 448 nel 2011 (quasi 2 rinoceronti al giorno dall’inizio del 2012), con 171 persone arrestate da gennaio, più che in tutto il 2010 (vedi scheda in coda).

“Un tempo il Vietnam comprendeva uno degli areali di distribuzione più importanti per i rinoceronti in Asia. La perdita dell’ultimo rinoceronte di Giava nel Parco Nazionale Cat Tien nel 2010 è stata una grande lezione per il Paese, utile a risvegliare l’urgenza di tutelare questa specie – ha detto Massimiliano Rocco, responsabile Specie e TRAFFIC del WWF Italia – La domanda di corno di rinoceronte è il principale motivo per cui i bracconieri giorno e notte non danno tregua ai rinoceronti, un massacro inarrestabile dovuto solo al commercio illegale dei corni tra un Paese e l’altro, un traffico illegale che vede il coinvolgimento di organizzazioni criminali internazionali. Per unirsi attivamente agli sforzi internazionali, il Vietnam si è impegnato a lavorare sodo nel rafforzare le normative e suscitare una nuova consapevolezza a tutti i livelli della società per combattere il commercio illegale.”

Il WWF, il TRAFFIC e le autorità di Enforcement della CITES del Vietnam ieri hanno promosso una riunione con i rappresentanti dei governi di Vietnam, Sudafrica e Stati Uniti, insieme a esperti di medicina tradizionale, per discutere le azioni globali necessarie alla conservazione dei rinoceronti.

E oggi, per la prima volta, 50 leader religiosi africani di diverse fedi e Paesi hanno deciso di unire le forze contro il bracconaggio e il commercio illegale che colpisce in particolare rinoceronti ed elefanti, ma anche i ranger impegnati nella loro tutela. Grazie alla partnership tra WWF e ARC (l’Alleanza Religioni e Conservazione), leader cristiani, musulmani, hindù, ebraici, buddisti e fedi tradizionali africane si sono impegnati a valorizzare il ruolo che la religione può avere per fermare questa strage, coinvolgendo le comunità locali in una nuova consapevolezza e azione contro la criminalità e per la tutela della natura.

“I corni di rinoceronte non possono essere usati per essere esposti appesi ai muri, nelle vetrine o in farmacie mal gestite. I corni appartengono solo ai rinoceronti, quelli in salute che vivono liberi nel proprio habitat – ha detto Massimiliano Rocco del WWF Italia – La giornata mondiale del rinoceronte è una grande opportunità per sfatare i miti legati alle proprietà del loro corno. Chiediamo con forza al Vietnam e al Sudafrica che formalizzino un impegno comune ai più alti livelli politici per fermare il commercio di corno di rinoceronte. Le parole non basteranno a porre fine alla strage di rinoceronti. Entrambi i Paesi devono fare molto di più, trasformando le promesse in fatti e azioni concrete. E la comunità mondiale, supportata dai cittadini di tutti i Paesi a tutti i livelli della società, deve far sentire a gran voce questa richiesta.”

Nel mese di agosto WWF e TRAFFIC hanno lanciato una grande campagna globale chiamando i governi di tutto il mondo a combattere il traffico illegale e ridurre la domanda di corni di rinoceronte, avorio da elefanti e parti di tigre. E invitano i cittadini di tutto il mondo a far sentire la propria voce, in Italia su facebook e twitter al grido di #stopbracconaggio o aderendo alla campagna “La sua vita non vale un corno”.

In Vietnam, WWF e TRAFFIC stanno lavorando con le agenzie governative su nuove strategie per ridurre il consumo di corno di rinoceronte e chiedono un rafforzamento normativo per sconfiggere il commercio illegale. In Sudafrica, che ospita la maggior parte dei rinoceronti al mondo,  il WWF ha rivelato nuovi piani per affrontare le più grandi sfide per la loro sopravvivenza. La strategia sarà focalizzata soprattutto sul supportare gli sforzi per ridurre la domanda di corno di rinoceronte in Asia, sostenere l’abilità degli investigatori nel raccogliere prove forensi dei traffici illeciti, e incoraggiando la partecipazione delle comunità nella conservazione.

“Il rinoceronte ha uno straordinario valore per il Sudafrica perché è uno dei cosiddetti ‘Grandi Cinque’, che comprendono il bisonte, l’elefante, il leopardo, il leone e il rinoceronte – ha detto Nontatu Skolo, consigliere politico dell’ambasciata Sudafricana ad Hanoi – Il nostro turismo dipende dai nostri animali selvatici e in particolare dai ‘Grandi Cinque’. Per questo il bracconaggio al rinoceronte sta creando grossi danni anche al nostro turismo.”

IN MIGLIAIA CHIEDONO LAVORI FORZATI PER CHI MALTRATTA GLI ANIMALI

Oltre duemila firme raccolte online in pochi giorni ed oltre tremila "mi piace" postati a favore della petizione online promossa da AIDAA con la quale si chiede l'inasprimento delle pene e l'introduzione dei "lavori forzati" al posto delle attuali multe per coloro che maltrattano o uccidono colpevolmente gli animali. I promotori della petizione chiedono infatti: "Che l'attuale legge contro il maltrattamento di animali venga modificata nelle pene. In particolare chiediamo che chiunque sia riconosciuto colpevole di maltrattamento sugli animali sia obbligato ad un periodo minimo di 6 mesi di lavori sociali assolutamente gratuiti a favore degli animali e della comunità (raccogliere cacche, costruire e gestire aree cani, volontariato in canili, gattili ed altre strutture che ospitano gli animali), obbligo di corsi di rieducazione al diritto ed alla tutela degli animali. Ed infine chiediamo che chiunque venga riconosciuto colpevole di aver ucciso un animale dopo aver inflitto un maltrattamento o una tortura sia condannato ad un periodo minimo di anni 2 ad un massimo di anni 5 di galera da scontare oltre all'obbligo per tutto il periodo di lavori forzati a favore degli aninmali ed a corsi di rieducazione ai diritti ed alla tutela di animali". La raccolta firme andrà avanti fino al raggiungimento dell'obbiettivo minimo di 10.000 firme e sarà poi consegnata ai capigruppo dei partiti presenti in parlamento.

WWF NATE OLTRE 60 TARTARUGHE MARINE IN SICILIA

Oltre 60 tartarughine marine sono nate in Sicilia dopo una schiusa durata 4 giorni, con gli ultimi 6 esemplari ‘scortati’ in acqua sul gommone della Guardia Costiera di Porto Empedocle insieme ai volontari del WWF per superare una difficile mareggiata: è la bella notizia di fine estate regalataci dal nido di tartaruga marina Caretta caretta sulla spiaggia di Giallonardo (in provincia di Agrigento), proprio nei pressi della Riserva Naturale e Oasi WWF di Torre Salsa, immortalata in un video realizzato dai volontari sul posto.

Per tutta l’estate il nido è stato infatti monitorato, nell’ambito del Progetto Tartarughe del WWF, dal personale della Riserva e da circa 50 volontari provenienti da tutta Italia coordinati dall’associazione Archelon, che si sono dati il cambio giorno e notte per far sì che la nidificazione avesse buon fine. Tutto il processo di nidificazione e schiusa è stato monitorato sotto l’occhio vigile della ripartizione faunistica venatoria di Agrigento e grande è stata la collaborazione del vicino lido balneare e dalla popolazione di Realmonte, che anche quest’anno ha ‘adottato’ i nidi della spiaggia di Giallonardo.

E’ ormai da qualche anno, infatti, che il WWF presta una particolare attenzione alla costa di Giallonardo, poiché sono stati frequenti i ritrovamenti di tracce o nidi. L’anno scorso i nidi sulla stessa spiaggia furono quattro. Spesso sono i bagnanti o gli operatori turistici a segnalarne la presenza e questo è anche un successo delle recenti campagne di informazione del WWF, come l’iniziativa “Segui le tracce”, realizzata proprio a insegnare ai fruitori delle spiagge come riconoscere una traccia di tartaruga, scoprire nuovi nidi e segnalare i ritrovamenti agli esperti del network tartarughe del WWF, che per tutto l’anno sono impegnati in attività di sensibilizzazione, monitoraggio e cura delle tartarughe ferite o catturate accidentalmente negli attrezzi da pesca (www.wwf.it/tartarughe) .

“La schiusa di Giallonardo è una bellissima notizia per il WWF e per tutti i volontari che nei mesi estivi ci hanno aiutato giorno e notte a proteggere il nido. Purtroppo il numero delle nidificazioni di tartaruga marina in Sicilia è fortemente sottostimato e impedisce una adeguata protezione. Per questo ogni anno coinvolgiamo cittadini, bagnanti e operatori del mare a porre attenzione a eventuali tracce o piccoli di tartaruga sulle spiagge e segnalarli prontamente in modo che siano monitorati e protetti” afferma Paolo Casale, responsabile scientifico del Progetto Tartarughe del WWF.
“La schiusa, avvenuta in due diversi momenti, dovrebbe essere completata ma continueremo a monitorare la spiaggia e il nido”, ha detto l’operatore dell’Oasi WWF di Torre Salsa, Giuseppe Palilla “Le nidificazioni degli ultimi anni indicano che Giallonardo è una spiaggia apprezzata dalle tartarughe marine, in cui in cui più femmine decidono di depositare le uova”.

Gli ultimi sei piccoli di tartaruga del nido di Giallonardo, in difficoltà per una mareggiata, sono stati accompagnati ‘dalla nascita al mare’ dagli uomini della Capitaneria di Porto e dai volontari WWF, e portati al largo con l’ausilio di personale e di un gommone della guardia costiera di Porto Empedocle. L’attesa prosegue per l’altro nido monitorato dal WWF in Sicilia, sulla costa di Mazara del Vallo.

Mentre sul sito mediterraneo.wwf.it (http://mediterraneo.wwf.it/summer-2012/turtlesummer/item/52-manfredonia.html ), è possibile seguire il viaggio di cinque tartarughe Caretta caretta (Billo, Pepe, Caramelle, Fulmine e Carletta) che durante l’estate sono state liberate in mare dal Golfo di Manfredonia dotate di radio trasmittenti satellitari per individuare le aree più frequentate, e che meritano quindi una particolare attenzione per la conservazione della specie. Il progetto è stato realizzato dal WWF grazie al contributo di Coop e alla collaborazione tra “Centro Cultura del Mare” A.P.S, i pescatori e La Lega Navale di Manfredonia, nell’ambito della Turtle Summer WWF, l’iniziativa estiva del Progetto Tartarughe WWF che ha animato le coste italiane di iniziative speciali, attività sulle spiagge, campi di volontariato e vacanze, per coinvolgere tutti gli attori e gli amanti del mare (pescatori, istituzioni, cittadini e naturalmente bambini) nell’azione di tutela di questi affascinanti rettili del mare. Tra i pezzi forti, la mostra itinerante con i modelli di tartarughe marine in 3D realizzata da WWF e Coop grazie al successo dell’album di figurine sugli animali “Il giro del mondo in 180 figurine” (oggi anche sito interattivo per i più piccoli su www.ilgirodelmondo.net).

La tartaruga marina è tra i tesori più preziosi del nostro mare. Delle 7 specie di tartarughe marine che vivono nei mari di tutto il mondo, la Caretta caretta, la tartaruga verde (Chelonia mydas) e la tartaruga liuto (Dermochelys coriacea) frequentano anche il Mediterraneo, che ogni anno ospita circa 7.200 nidi. Sulle spiagge italiane si contano circa 30-40 nidi di Caretta caretta ogni anno, concentrati in Calabria e Sicilia. Ma oggi tutte e sette le specie sono considerate a rischio estinzione e la causa principale è l’impatto con le attività umane, a partire dalla pesca accidentale. In tutto il Mediterraneo si stima che ogni anno più di 130.000 tartarughe vengano catturate accidentalmente negli attrezzi da pesca, di cui oltre 40.000 non sopravvivono. Mentre in Italia la pesca accidentale colpisce più di 20.000 esemplari all’anno. A queste vanno aggiunte le migliaia di tartarughe che ingoiano sacchetti di plastica scambiandoli per meduse, che vengono colpite dalle imbarcazioni mentre galleggiano per scaldarsi al sole, i piccoli appena nati che finiscono sulle strade disorientati dalle luci artificiali di coste sempre più urbanizzate, i nidi distrutti dai mezzi meccanici utilizzati per la pulizia delle spiagge e da un’attività turistica incontrollata.

lunedì 17 settembre 2012

Un pesce tutto particolare.....Il pesce "Luna" o anche chiamato "Mola"

I pesci "Luna" denominati anche "Mola" che dal latino significa "macina" per la loro forma ovale. Sono pesci ossei più pesanti, possono arrivare ad un'altezza di 4,2 m, una larghezza di 3 m ed un peso di 2.268 Kg. 
Sono i pesci liscosi più grandi al mondo che presentano una forma allungata, ovoidale, molto compressa ai fianchi. Hanno un corpo tronco a forma di proiettile, in quanto la pinna non si sviluppa e si piega su se stessa a mano a mano che gli esemplari crescono formando un timone arrotondato chiamato clavus. La loro pelle è ruvida dal colore argenteo, la bocca è particolare in quanto i denti essendo fusi formano una specie di becco. Essi si spingono con la larga pinna dorsale e anale per muoversi, anzichè ondeggiare il corpo come le altre specie di pesci, mentre con il timone cambiano direzione.

Questi esemplari si nutrono prevalentemente di meduse, ma anche di piccoli pesci e di enormi quantità di zooplancton e alghe. Vivono in tutti i mari tropicali e temperati dal Circolo Polare Artico fino a Cape Town in Sudafrica. 
Trascorrono gran parte del loro tempo "sdraiati" al sole a pelo d'acqua e spesso si confondono con gli squali a causa della loro pinna dorsale che emerge. Pare che sia un modo per liberarsi dai parassiti che vengono mangiati dagli uccelli.Ospitano fino a 50 specie di parassiti e micro-organismi, i quali possono provocare il fenomeno della luminescenza.

Sono molto curiosi e questo comportamento li porta ad avvicinarsi spesso ai subacquei, ma sono innocui per l'uomo.

Pare che questi pesci non siano a rischio di estinzione, ma non si hanno informazioni sufficienti per dirlo con certezza. Spesso si impigliano nelle reti o si soffocano ingerendo rifiuti vari, come ad esempio le buste di plastica per via della somiglianza con le meduse. Una femmina può deporre fino a 300 milioni di uova in una volta.

Una curiosità: sembra che abbiano ispirato poesie, storie popolari e pare che si possono anche adottare!!!


 

mercoledì 8 agosto 2012

Perù, scoperta nuova specie di uccello colorato


Scoperta una nuova specie di uccello colorato dal ventre pallido, il petto scarlatto e la testa nera che si nutre di frutta. L'uccello e' stato rilevato per la prima volta da un team di studiosi della Cornell University ed e' stato chiamato Capito fitzpatricki. I dettagli dello studio sono stati pubblicati su The Auk, la rivista ufficiale dell'American Ornithologists' Union. La nuova specie e' stata scoperta durante una battuta sulle Ande peruviane nel 2008 guidata da Michael Harvey, Glenn Seeholzer e Ben Winger, giovani ornitologi che all'epoca avevano appena conseguito la laurea alla Cornell.
  L'avvistamento e' stato effettuato in una foresta pluviale montana della catena del Cerros del Sira nelle Ande orientali.
  I dirupi scoscesi e le gole scavate dai fiumi nelle Ande danno vita a numerosi habitat isolati e a molti microclimi che danno origine a nuove specie evolute in modo univoco. Confrontando le sequenze del Dna dell'uccello con le sequenze del Dna di alcuni "parenti stretti", il team ha dimostrato che si tratta di una nuova specie. Il nome scientifico, Capito fitzpatricki, e' stato scelto in onore del direttore esecutivo del Laboratorio di Ornitologia della Cornell John W. Fitzpatrick che ha scoperto e denominato sette nuove specie di uccelli in Peru' tra il 1970 e il 1980.

Fonte: AGI

Beagle Green Hill, prosegue "operazione libertà"

Prosegue l’operazione liberta’ per i Beagle di Green Hill. Dopo la decisione del Tribunale del riesame di confermare il sequestro dei circa 2400 cani destinati ai laboratori di vivisezione, la LEidaa (lega italiana per la difesa degli animali e l’ambiente), presieduta da Michela Vittoria Brambilla, ha già affidato, o sta affidando, a oltre 400 famiglie del norditalia altrettanti cagnolini provenienti dall’allevamento di Montichiari. In Lombardia i beagle hanno trovato casa soprattutto nelle province di Lecco, Brescia, Como, Varese, Sondrio, Monza e Brianza. Numerosi altri Cani sono stati affidati in Piemonte e in Veneto.
“Ringrazio di cuore tutte le famiglie italiane che hanno dato prova di grande generosita’ ,ospitando queste povere creature che hanno bisogno di tanto affetto e di una nuova vita. A tutte vanno la mia stima e la mia riconoscenza – dichiara l’ex Ministro del Turismo, On Michela Vittoria Brambilla – . Dopo la conferma del provvedimento di sequestro, abbiamo intenzione di procedere rapidamente agli affidi, finche’ il canile-lager non sarà’ svuotato del tutto. La LEIDAA e’ impegnata a garantire tutti i controlli necessari, preventivi e successivi, ed ha effettuato il recall di tutte le famiglie affidatarie, che si sono dette felici della scelta effettuata e ripagate dal grande amore che questi cuccioli donano loro.”
“Non mi stancherò di ripetere – continua l’On Brambilla – che andremo avanti senza sosta finché non ci sarà più neanche un beagle all’interno di Green Hill. Era la nostra promessa e non vogliamo fermarci per nessun motivo al mondo per portare fino in fondo la nostra battaglia di civiltà”.
Per chi desidera prendere in affido un beagle di Green Hill, occorre inoltrare la richiesta compilando il modulo presente sul sito dell’associazione, all’indirizzo www.leidaa.info. In pochissimo tempo si verrà contattati dai volontari dell’associazione. Si affidano preferibilmente cagnolini in Lombardia o comunque nel nord Italia, al fine di evitare loro lo stress di un viaggio troppo lungo.